Perché scriviamo? A volte per urgenza, perché non se ne può fare a meno, perché la scrittura, a patto che ci si prenda cura di lei, si prende sempre cura di noi.
Scriviamo affinché il nostro spirito sia testimone del patrimonio dell’ordinario di cui altri sguardi non vedono i prodigi. Scriviamo perché per noi nessun luogo è insignificante, e questo lo vogliamo dire a tutti quando abbiamo bisogno di comunicare.
Talvolta rispondiamo all’impulso benigno di raccontare agli altri e a noi chi siamo, allora sfoderiamo, impavidi, tutta la verità, nient’altro che la verità, del nostro vissuto; talaltra preferiamo inventare, vivere nuovi mondi, ma ci diverte sempre e comunque lanciare qualche barbaglio di vero nella trama della finzione, soprattutto se realizziamo che con un buon travestimento è ancora più facile essere noi stessi.
Scriviamo per induzione, per trarre dalle peregrinazioni personali qualcosa per l’universo dei lettori, ma scriviamo anche per deduzione, per raggiungere magari una sola persona con il nostro ben confezionato messaggio universale, perché dobbiamo dirle qualcosa, per rivendicare un credito o, più spesso, saldare un debito; e lo facciamo mossi dalla sensazione che scrivere sia un modo per non eludere le nostre responsabilità.
Capita di scrivere anche a nome di qualcuno cui la storia non ha dato voce e, in questo caso, si incede con l’idea di affrontare un altro tipo di debito: quello con la memoria.
Qualche volta scriviamo per cercare sollievo e salvezza, qualche altra per prendere atto che di salvezza davvero non ce n’è.
In ogni caso è una questione di ritmo: abbiamo sempre bisogno di riprodurre il suono delle emozioni. Perciò cerchiamo le parole e i procedimenti di interpunzione più adatti a fare la nostra musica.
Nora De Giacomo
Come trovare l'ispirazione
Leggere e studiare.
Leggere e studiare autori classici e contemporanei e imparare da loro.
Imparare dai maestri, ma anche dal confronto con i compagni, dalla scrittura e riscrittura dei propri stessi testi.
Ci vuole passione, intuito, tecnica, metodo, voglia di esprimersi e tanto allenamento. Ci vogliono anche le regole... da cui partire per poi aprire liberamente le proprie ali.
“Anche quella che i romantici chiamavano ispirazione si compone di un’infinità di piccoli sforzi” Andrè Gide, Consigli a un giovane scrittore.
“C’è solo un modo. Guardi in se stesso. Esplori il fondamento che la chiama a scrivere; verifichi se esso estenda le sue radici nel luogo più profondo del suo cuore, si confessi se morirebbe qualora le venisse negato di scrivere. Soprattutto, nell’ora più silenziosa della sua notte, si chieda: devo scrivere? Scavi dentro di sé alla ricerca di una risposta profonda. E se questa dovesse essere affermativa (...) allora edifichi la sua vita secondo questa necessità; la sua vita, fin nell’ora più insignificante e minuscola, deve essere segno e testimonianza di questo impeto” R. M. Rilke, Lettere a un giovane poeta.
“Chi ha vissuto una vita avventurosa spesso sente l’impulso di trascriverla. Pensa di avere il compito semplificato. Non deve inventare la storia perché l’ha già vissuta. Invece deve cominciare come tutti gli altri. Deve inventarla (cioè etimologicamente trovarla da ‘invenire’) sulla pagina. Deve scoprirla nella parola scritta” G. Pontiggia, Per scrivere bene imparate a nuotare.